SECONDA CANNA DEL FREJUS, MOZIONE DI FERRENTINO: “LA REGIONE IMPEDISCA L’AUMENTO DI TIR”.

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LA VALSUSA

Stabilire al più presto un tetto massimo di tir che potranno passare in Val Susa, sotto le due canne autostradali del Frejus. È questa la mozione che il consigliere regionale valsusino del Pd, Antonio Ferrentino, ha presentato in Consiglio Regionale.

Nei rapporti con la Sitaf, Ferrentino sollecita la giunta Chiamparino nel “mettere in campo ogni iniziativa atta a consentire l’applicazione delle previsioni di cui alla legge n. 196/2012 al Traforo del Frejus, una volta aperta al transito anche la seconda galleria” e “prevedere misure di contingentamento del numero massimo di Tir in transito sull’autostrada A 32 del Frejus, parametrate alla media del triennio 2012/14 (circa 1900-2000 giornalieri ndr), con la finalità di contenere l’impatto ambientale sul territorio”. Scongiurando quindi un aumento esponenziale del traffico di mezzi pesanti soprattutto dal 2019, quando il secondo tunnel entrerà in funzione a tutti gli effetti, attirando quindi tir e traffico dal Monte Bianco.

Nella mozione contro l’aumento dei tir in Val Susa, Ferrentino fa riferimento alla “Convenzione delle Alpi”, atto normativo internazionale approvato da otto Stati alpini nel 1991, e recepito in Italia con la legge 196 del 2012.

“Al momento non è previsto un numero contingentato di transiti, nè l’applicazione di un sistema di tassazione, finalizzato ad una riduzione dell’impatto ecologico e socio-economico – spiega Ferrentino – tale carenza si pone palesemente in contrasto con le linee guida della Legge 196/2012, ed è altrettanto evidente come, senza una politica dei trasporti adeguata ed efficace, mirata sia al contenimento dei veicoli, sia al trasporto alternativo delle merci, il raddoppio del tunnel autostradale del Frejus, attualmente in fase di realizzazione. incentiverà unicamente ed inevitabilmente il trasporto su gomma rispetto alle altre modalità di spostamento merci”.

In altri paesi europei, come Francia, Svizzera ed Austria, sono invece da tempo applicate misure che, coerentemente con la Convenzione delle Alpi, indicano un limite massimo per i transiti giornalieri dei Tir e prevedono misure perequative.

“Rispetto a tali problematiche – ricorda il consigliere regionale – Sitaf ha pubblicamente affermato che, con l’apertura del raddoppio del tunnel del Frejus, “non aumenteranno i flussi di traffico”. Ma nel contempo “in assenza di adeguate misure di contingentamento del traffico, il valico del Frejus sarebbe l’unico dell’intero arco alpino ad avere una canna per ogni senso di marcia con un sistema di adduzione (tangenziale ed autostrada, senza alcuna limitazione relativa ai passaggi comportando pertanto un impatto ambientale negativo per tutto il territorio”.

La seconda galleria del Traforo autostradale del Frejus, che collega la Valle di Susa alla Maurienne e rafforza i collegamenti tra la Pianura Padana e la Valle del Rodano, è stata inaugurata il 13 novembre 2014. La seconda galleria, lunga quasi 13 chilometri, è stata inizialmente progettata come un tunnel di sicurezza per il solo transito dei mezzi di soccorso e manutenzione, ma il progetto è radicalmente cambiato fino ad essere trasformato, con il parere favorevole della Commissione Intergovernativa Italia – Francia, in tunnel destinato alla messa di circolazione. Il 3 Dicembre 2012 il governo Italiano ha recepito la trasformazione del Tunnel da “canna di sicurezza” a tunnel di esercizio e la società SITAF ha comunicato che l’apertura al traffico avverrà ad aprile 2019.

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