“Un milione di Tir minaccia la Valsusa” Il Pd lancia la lobby contro il Frejus-bis

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FABIO TANZILLI – Repubblica
FINANZIARE la Torino-Lione facendo pagare una tassa ai tir che useranno la seconda canna del Frejus. È uno dei “progetti segreti” che ha in mente la lobby trasversale promossa in Regione dal Pd in vista del 2018, quando saranno ultimati i lavori per il secondo tunnel autostradale della Sitaf. L’idea del “gruppo di lavoro sul Frejus” nasce dal consigliere Antonio Ferrentino, che insieme a Davide Gariglio ha promosso una serie di azioni a vari livelli istituzionali per fare pressione sul governo, “gestire la partita con la Sitaf e dire la nostra”. Ancora di più per il fatto che presto la società della Torino- Bardonecchia passerà a maggioranza privata, quasi sicuramente nelle mani del gruppo Gavio, non appena l’Anas emetterà il bando per la cessione delle quote acquisite dal Comune e dalla Provincia di Torino.
Ferrentino ha mobilitato mezzo mondo per tentare di modificare la direttiva ministeriale che prevede, dal 2019, il tetto massimo di 1 milione e 50mila tir all’anno sulle strade della Val Susa, con il limite di 4400 mezzi pesanti al giorno (oggi ne passano circa 600mila all’anno). Tra i vari politici coinvolti, una serie di consiglieri regionali del Pd (come Boeti e Accossato) oltre a Grimaldi di Sel, i parlamentari Esposito, Borioli e Fregolent, l’ex governatrice e ora europarlamentare Bresso, ma non solo. «Si interesseranno del problema anche Lucio Malan di Forza Italia e alcuni del Movimento 5 Stelle» annuncia il consigliere regionale della Val Susa. Fa parte della lobby anche il sindaco Roberto Borgis (Fratelli d’Italia), presidente dell’Unione Montana Alta Val Susa, che si dice «pronto ad ospitare a Bardonecchia un convegno con esperti, promosso dal gruppo di lavoro, per capire come affrontare il tema dell’inquinamento autostradale».
Ma quale dovrebbe essere il tetto massimo di tir in Val Susa? Per adesso la lobby non vuole «dare numeri certi, ma lanciare idee per tutelare il territorio montano». Anche perché, secondo Gariglio, «ci sarebbero pressioni da parte della Svizzera e della Francia per dirottare sul Frejus tutto il traffico merci che oggi transita sotto il Monte Bianco». Per il vicepresidente del Consiglio regionale Nino Boeti, del Pd, «il raddoppio del Frejus non è conciliabile con la Tav». Mentre Sandro Plano e i sindaci No Tav della bassa Val Susa propongono che il numero massimo di passaggi sia quello di prima della crisi (nel 2006 passavano oltre 800mila mezzi) e chiedono un posto di rappresentanza nel prossimo cda Sitaf.
Intanto, per limitare i passaggi, si fanno varie ipotesi: l’applicazione della direttiva europea “Eurovignette” che preve- de un sovrattassa al pedaggio per chi userà la “seconda canna”, destinando i fondi a favore di infrastrutture ferroviarie come la Tav. Oppure l’utilizzo della “Borsa dei transiti alpini”, su modello di quanto si fa già in Austria e Svizzera: il governo mette in vendita o all’asta i biglietti di pedaggio, fino al limite annuo stabilito, in modo da controllare realmente i transiti ed evitare aumenti di traffico.
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