Tav, ora si scava iltunnel ferroviario

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Saint-MartinLa-PortePaolo Griseri – Repubblica
SAINT MARTIN LA PORTE. Dopo quattro anni di silenzio, la discenderia di Sant Martin La Porte è tornata ad animarsi. Da due mesi le gru e i camion hanno ripreso a scavare sul fondo della galleria di servizio. E hanno realizzato i primi 120 metri del tunnel di base, la galleria di 57 chilometri a due canne che unirà Susa a Saint Jean de Maurienne. «Per ora – dice il numero due di Telt, Mario Virano – si tratta di un tunnel geognostico che serve ancora ad esplorare la struttura delle rocce e a testare i macchinari di scavo. Ma l’opera ha due finalità: quella di sperimentazione e, contemporaneamente, l’avvio dello scavo della galleria di base. Per risparmaire denaro è stato deciso infatti che il tunnel geognostico diventerà il primo tratto della futura galleria».
La tratta tra Saint Martin La Porte e il punto terminale della discendetria successiva, quella di La Praz, è di 9 chilometri. I primi 300 metri di scavo vengono realizzati con il sistema tradizionale: esplosivi e scavatrici. Dalla fine di quest’anno si comincerà con la talpa che dovrebbe concludere entro fine 2018.
Per la prima volta una delegazione dei due paesi visita il cantiere da quando è iniziato il lavoro in fondo al cunicolo. È presente il presidente della regione francese di Rhone Alpes, Jean Jacques Qeyranne, ci sono sindaci dei due versanti e i vertici di Telt, il nuovo committente che ha sostituito Ltf nella fase della realizzazione dell’opera. Grande assente la giunta del Piemonte, e in particolare l’assessore ai Trasporti, Francesco Balocco, che ha preferito rimanere a palazzo Lascaris per partecipare alla discussione sul bilancio. Scelta opposta quella del suo collega di maggioranza, Antonio Ferrentino, che invece è salito al cantiere francese: «La presenza di Ferrentino – ha detto in conferenza stampa Virano – è particolarmente importante perché si tratta di un amministratore pubblico che ha guidato la battaglia contro il vecchio tracciato e ha contribuito significativamente a modificarlo ». Della delegazione italiana fa parte anche l’ex sottosegretario ai trasporti Bartolomeo Giachino, di Forza Italia, che invita a «fare in fretta prima che i cinesi scelgano di utilizzare la via di Mosca per collegarsi con i porti del mare del Nord».
Lo scavo francese è ancora realizzato con le caratteristiche della galleria geognostica perché si tratta della parte più complessa dell’intero tunnel di base. «Scavando la discenderia – spiega Maurizio Bufalini, direttore tecnico di Telt – ci si è resi conto che una parte del terreno contiene uno strato di carbone. Questo rende difficile lo scavo con le frese perché poche ore dopo il passaggio delle talpe la galleria tende a richiudersi riducendo il suo diametro anche di due metri. Così si è deciso di circoscrivere il tratto interessato dal carbone e di scavarlo in tradizionale». Il tratto problematico è lungo più di un chilometro e parte dal termine della discenderia dirigendosi verso l’uscita francese». Dunque il chilometro va ad aggiungersi ai 9 previsti in direzione d dell’uscita italiana. Il primo tratto del tunnel di base sarà dunque lungo una decina di chilometri, un sesto dell’opera completa.
A questo punto del lavoro si cominciano a intravedere i tempi di consegna finale. Secondo Virano «i lavori di scavo vero e proprio potranno iniziare all’inizio del 2017. Attaccheremo la galleria con una decina di talpe da diversi fronti. Contiamo che i lavori di scavo possano essere completati in sei-sette anni. Successivamente saranno posati i binari e i sistemi elettrici e di controllo del traffico. Questo porterà via altri due-tre anni. Infine ci vorrà un anno di prove tecniche di esercizio. Diciamo che il primo treno in servizio regolare potrà transitare sotto la galleria dopo undici-dodici anni dall’avvio degli scavi, in sostanza nel 2028-2029».
Resta ancora incerta invece l’organizzazione dei cantieri sul versante italiano. Si scaverà dall’imbocco del tunnel, a Susa, come prevede il progetto ufficiale, o partendo dal fondo della galleria geognostica di Chiomonte, che si sta realizzando in questi mesi? Virano risponde che «i fronti di attacco saranno numerosi e anche sul versante italiano ce ne saranno diversi, come Susa e Chiomonte». Dunque, per la prima volta lo stesso Virano ipotizza che si possa scavare dalla galleria della Maddalena, utilizzando il cantiere-fortino realizzato in questi anni senza doverne mettere in piedi un altro a Susa. Almeno non subito.
I dubbi dovrebbero essere chiariti presto. Tra poche settimane il ministero dell’Economia dovrebbe restituire al Cipe il progetto esecutivo. Sarà lo stesso Cipe, nel testo che verrà pubblicato, a indicare se la soluzione dello scavo da Chiomonte è possibile. Entro giugno dovrebbe arrivare anche il verdetto di Bruxelles sul finanziamento al 40 per cento della tratta internazionale. Qualcosa insomma sembra muoversi dopo anni di polemiche. La visita del ministro Delrio a Torino è servita anche a «confermare la volontà del governo a realizzare l’opera». E, ci ha tenuto a sottolienare Chiamparino, dell’impegno fa parte anche la garanzia «che il tracciato italiano passerà dall’interporto di Orbassano».

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